Dallo “zum-pa-pa” alla Zumba…

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Zumba: moderno metodo di tortura atto ad azzerare completamente il proprio senso della dignità, da svolgersi rigorosamente a ritmo di musica sudamericana, ma di quella brutta.

Tutti fanno la Zumba, la parrucchiera, la commessa della Coop, la collega di Matematica, l’autista del tram… Che sarà mai?
Così qualche giorno fa ho voluto provarci anch’io, tanto per sentirmi un po’ trendy.

Il gruppo era piuttosto eterogeneo e l’età media piuttosto avanzata. Un gioco da ragazzi, penso.
Niente di più sbagliato. Già all’arrivo dell’insegnante, una ridente giovane muscolosa e tatuata, ho capito che sarebbe stata tosta.
Ha esordito con “l’importante è divertirsi”, ma quando ha attaccato la musica e ha cominciato ad ancheggiare, sculettare, battere freneticamente le mani urlando tipo scimmia, ho capito che:

1: non mi sarei divertita
2: molto probabilmente mi mancavano alcune delle articolazioni necessarie a tale disciplina

I movimenti sono veloci, ripetitivi, sì, ma quando hai vagamente capito cosa dovresti fare, ecco che già è cambiato tutto. Tutte vanno a destra? Io, a sinistra…
Un girone infernale di saltelli e passi che dovrebbero darti l’aria vagamente sensuale, invece ti fanno sentire un Barbapapà in un mondo di Barbie. Ovviamente in una palestra con un impietoso, gigantesco specchio che ti restituisce un’immagine sfatta e deprimente di quella che un tempo eri tu.

Il tutto condito dalla suddetta insegnante che ci spronava ad unirsi a lei in urletti di cui non ho capito l’esatta utilità.
Alla fine dell’ora:

Calorie bruciate: zero (a meno che la concentrazione non bruci calorie)
Autostima: -20
Vergogna: 2000

Meglio tornare ai cari vecchi pesi…

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