“Cosa stai facendo in questo periodo?”

Da un po’ di tempo ho notato che quando alla tv chiedono ad un cantante o ad un attore “Cosa stai facendo in questo periodo?”, la risposta standard è “Mah, ho in corso un progetto, ma non ne parlo per scaramanzia…” bla bla…

E poi magari non li vedi più per anni, e ne deduci che o il “progetto” in corso era la progettazione del ponte sullo Stretto di Messina, oppure, cosa più probabile, non avevano alcun progetto…
Le risposte, spesso evasive, dei musicisti nascondono realtà differenti…più la persona sembra, a parole, impegnata e più probabilmente ha l’agenda semivuota.

Ecco dunque una rapida carrellata delle principali categorie di musicisti:

IL MUSICISTA DELLA DOMENICA

Ossia colui che in realtà fa tutt’altro lavoro e sfrutta il proprio diploma di Conservatorio, di solito preso senza troppe pretese, per dilettarsi in qualche marchettona in giro, tipo alla sera in picoli gruppi, o nei week end.
E’, di solito, il re indiscusso dei concerti natalizi nelle chiese più sperdute e fredde e dei matrimoni, in quanto spesso sono le uniche occasioni che ha per rispolverare un po’ lo strumento e cercare di ammortizzarne il costo.
Vive l’esperienza musicale con grande nonchalance, perchè avendo un’altra attività non fa di ogni singolo concerto una questione di vita o di morte e non viene preso dai rimorsi se ogni tanto dice di no (e non tornerebbe mai da una vacanza per un concerto, come la sottoscritta poche settimane fa).
Tutto sommato è quello che se la vive meglio.
Alla domanda “Cosa stai facendo in questo periodo?” risponde in merito al proprio lavoro. La musica rimane un argomento marginale.

IL MUSICISTA TALENTUOSO

Sono quei superdotati talenti che hanno imparato prima a suonare che a camminare. Spesso vengono spinti dalle famiglie a dedicare gli anni migliori della propria infanzia allo strumento e quando gli altri bambini iniziano a pensare a cosa fare da grandi, loro sono già praticamente a metà carriera. Il che può dare due esiti: o la persona in questione una volta cresciuta inizia a drogarsi, scappa di casa e non vuole mai più sentire neanche una nota, oppure vengono fuori dei geni incompresi che passano la propria vita a cercare un Maestro degno di loro. Per loro la musica è studio continuo, è quasi svilente considerarlo un lavoro. Fanno qualche audizione, ma quasi quasi sperano di non essere presi perchè ciò porterebbe via tempo allo studio.
Sono i re indiscussi delle accedemie, dei corsi di perfezionamento, delle masterclass.
Di marchette, matrimoni e concerti di poco conto non vogliono nemmeno sentir parlare. Non si sa esattamente di cosa vivano (forse sulle spalle di mamma e papà…)
Alla domanda “Cosa stai facendo in questo periodo?” rispondono “Studiando”. A che scopo, alla fine, non si sa.

IL MUSICISTA VOLENTEROSO

E’ colui che si è conquistato il diploma con un discreto voto e che cerca di fare della musica il proprio lavoro.
Ripone nel proprio strumento grandi speranze, e si aspetta che, prima o poi, tutti i sacrifici vengano ripagati da un ingaggio sensazionale. Vivono sempre all’erta, attaccati al telefono, nella speranza che la propria vita possa cambiare da un momento all’altro (per questo potrebbero anche rientrare nella sottocategoria “Il musicista illuso”). La loro vita è un alternarsi di alti e bassi, di ingaggi inaspettati e “le faremo sapere”, e pertanto in costante rischio di una crisi di nervi. Spesso pensano di mollare tutto e fare un lavoro “normale”, ma poi non ne hanno il coraggio perchè le (rare) soddisfazioni che ricavano dal lavoro musicale sono quelle che li salvano dalla monotonia del posto fisso. E poi amano sognare il grande evento e costruiscono con la mente castelli su fantomatici ingaggi che probabilmente non arriveranno mai. Sono dei sognatori.
Non disdegnano le marchette, ma facendo sempre notare che di solito si lavora in ben altri ambienti.
Alla domanda “Cosa stai facendo in questo periodo?” rispondono “Sono in giro a suonare”, che è l’equivalente di “Ho dei progetti in corso”. Spesso infatti significa che si arrabattano in giro per l’Italia, spendendo più di quanto guadagnino, per cercare di seminare in giro più contatti possibili, sperando di poter raccogliere, prima o poi, succulenti frutti.
Secondo voi io di che categoria faccio parte?

IL MUSICISTA REALIZZATO

Sono quei musicisti che, per talento o per fortuna, ce l’hanno fatta. O hanno un lavoro fisso, o hanno una rete di contatti tale che necessitano di un’agenda fomato A4 per segnare tutti gli impegni.
Ho un amico batterista che è talmente in alto che ogni volta che lo chiamo ho paura di sentirlo rispondere “Non mi disturbi affatto, ero a prendere un aperitivo con Elton” (John, ovviamente).
E nonostante ciò si lamentano, ciò che per noi comuni mortali sarebbe un sogno, per loro è routine. Perciò sono sempre insoddisfatti. A tirarli su contrubuisce tuttavia il loro lauto compenso, per il musicista medio impensabile.
Alla domanda “Cosa stai facendo in questo periodo” rispondono spesso “Niente di che”. E poi li vedi alla tv tutti i giorni, in prima serata. Sono molto invidiati. Dalla sottoscritta innanzitutto.

IL MUSICISTA FRUSTRATO

L’ultima categoria è quella del musicista che ad un certo punto della propria vita ha deciso di “ripiegare” su qualcosa di musicale che non fosse suonare, ossia l’insegnamento. Naturalmente non parlo degli insegnanti di Conservatorio, ma di tutti quei musicisti sognatori che si ritrovano ad insegnare educazione musicale, o più fortunatamente uno strumento, nella scuola media.
Iniziano pensando di poter mandare avanti entrambe le cose, poi si ritrovano completamente immersi  in consigli di classe, POF, programmazioni annuali ecc e non hanno più tempo per suonare.
Talvolta si appassionano al lavoro, talvolta invece sfogano sui ragazzi la loro frustrazione e li vedono come gli artefici dei crollo delle properie velleità artistiche.
Suonano ancora qualche volta, ma sono per lo più marchette e, alla lunga, diventano “Musicisti della domenica”.
Alla domanda “Cosa stai facendo in questo periodo?” non rispondono. Fingono di non aver sentito.

Comments
  1. Anonymous | Rispondi
  2. Paola Siragna | Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *