Lucy in the Skype with diamonds…

Così avrebbe cantato John Lennon se ieri sera fosse passato nella hall dell’Hotel Barcelo Nervion di Bilbao.
Un ventina di persone imbambolate davanti ad altrettanti schermi, intente a parlare apparentemente nel vuoto, ridere, scherzare, mandare baci a fare linguacce allo schermo del proprio portatile.
Se John Lennon fosse capitato qui per caso ci avrebbe creduti sotto l’effetto di allucinogeno…

Sono nel mondo di Skype da soli 4 giorni e già ne sono vittima.

Prima avevo una vita e contatti umani. Ora ho un account e tanti tag.

Comunque, premetto che fino a qualche mese fa non ero neanche su Facebook e che sono sprovvista di IPhone, IPod, IPad e tutto ciò che comincia per IQualcosa. Ho un telefono con pannello solare da 40 euro, ascolto ancora i vinili e scrivo il classico “diario”.
Come usare Skype me lo ha spiegato una mia zia ultraottantenne, che lo utilizza abitualmente.

Tutto questo lo dico per due motivi: intanto perchè fa figo da morire dire di essere antitecnologica e poi per spiegare il perchè di questo mio imbarazzo nell’utilizzo di Skype.

Intendiamoci, è davvero comodo. Sulla carta tu puoi chiamare gratuitamente chi vuoi e pure vederlo (il che non è sempre un bene…)
Geniale.
Già, peccato che se la connessione non è delle migliori le cose non sono così rapide.
Guardi il riquadro su cui scorrono i minuti e pensi “cavolo, ho parlato gratis per mezz’ora!”. Poi però ti rendi conto che di questa mezz’ora hai passato circa 20 minuti a dire “Eh? Cosa? Non ti sento! Pronto? Mi vedi? Ti vedo male, ti vedo bene ecc…” e nei restanti 10 hai espresso sì e no 2 concetti parlando molto lentamente per cercare di farti capire. Con un sms probabilmente saresti in grado di fare almeno un discorso di senso compiuto dall’inizio alla fine.

Geniale.

Comunque, la videochiamata aiuta a sentire un po’ meno la mancanza di casa. Anche se a dire il vero mio marito appare a quadretti e persino la mia tartaruga sembra un gigantesco pixel.

Oggi tenterò la connessione coi miei…speriamo bene…

Comments
  1. Gemma | Rispondi
  2. Paola Siragna | Rispondi

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