I miei arresti domiciliari, fra musica e riflessioni

Arriva un momento della vita in cui ci si deve fermare, prendersi un periodo di riflessione per se stessi, isolandosi dal mondo esterno.
Talvolta ciò accade perchè si è scelto di avviare un processo di ricerca interiore, mettendo ordine nella propria vita materiale e spirituale al fine di rinascere più forti e consapevoli per affrontare nuovamente il mondo con altri occhi.

A me, invece, più semplicemente è toccata la varicella.

Proprio così, me la sono evitata per 33 anni e poi è arrivato uno scricciolino di due anni infetto più di un untore e mi sono coperta di orribili bolle, rosse e pulsanti, che mi hanno tenuta a casa per 21 giorni.
Non credo di aver mai passato un periodo così lungo chiusa in casa.
La prima settimana è stata orribile, febbre altissima, bruciori e dolori ovunque.
Poi la situazione è rientrata e, sebbene fossi un mostro ricoperto di croste, sono riuscita a riattivarmi e devo dire che le restanti due settimane sono state piuttosto proficue.
Ne ho approfittato per stare col mio bimbo e, perchè no?, anche con me stessa e mi sono dedicata a quelle cose che abitualmente devo fare nei ritagli di tempo, fra una lezione, un collegio docenti e una prova d’orchestra.
No, non ho letto “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo facendomi prendere dalla sindrome del riordino compulsivo (direi che non ci sia pericolo), ma diciamo che ho osservato con occhi diversi la mia casa, mia compagna di quest’eremitaggio forzato.
Innanzitutto ho scritto, prendendomi il tempo necessario a misurare e scegliere le parole, concedendomi qualche pausa per il thè, senza ridurmi all’una di notte nella vana ricerca di ispirazioni e/o idee…

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Poi ho cercato di mettere un minimo di ordine nelle mie postazioni di lavoro, sempre un po’ troppo sovraffollate, con scarsi risultati…

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… e naturalmente nonostante la reclusione sono riuscita comunque a comprare libri (il magico potere di Amazon)…

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Ho anche scoperto la prosa rilassante ed avvincente di Licia Troisi (concedetemi questa debolezza…) e ho passato lunghe giornate in compagnia di Kurt Cobain, per il mio libro…
Lo so, lo so, se sei sola in casa senza possibilità di fuga, ascoltare canzoni scritte da un bipolare tossicomane che si è sparato in bocca non è consigliabile… Ma devo dire di aver maturato un grande affetto nei suoi confronti… 🙂

In generale, secondo me tutti dovrebbero passare un periodo di isolamento, magari senza bolle, per dedicarsi un po’ a sè. Pensare fa bene.
Domani metterò nuovamente il naso fuori di casa e confesso di avere un po’ paura di affrontare la confusione e la vita in generale. Sono stata 21 giorni chiusa in un bozzolo caldo e comodo, non so come sarà tornare alla quotidianità…

E lunedì… si ricomincia!
(Help)

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