Questa insana passione…
Tornata da altri due giorni in tour…schiena rotta dalle 15 ore di pullman, un po’ di raffreddore, sonno arretrato a non finire…tanti, troppi, nomi nuovi da ricordare…un’amica ritrovata dopo tanto tempo e tante risate.
Credo che un pullman di musicisti sia l’unico in cui al posto dell’autoradio si ascolta un tizio che realmente suona la chitarra e canta…per di più intonato!
Comunque, il ritorno a casa ha sempre un non so che di magico e ci si chiede, ogni volta, chi ce lo faccia fare di faticare tanto per guadagni così miseri… Fra musicisti si discute spesso su quali ingaggi siano da accettare e quali proposte siano invece offensive della nostra professionalità…
Purtroppo infatti più si accettano proposte basse e meno probabilità ci sono che il lavoro da musicista venga adeguatamente riconosciuto…
C’è da dire, però, che il nostro è un mestiere particolare, non fatto soltanto di preventivi, lavoro, rimborsi spese ecc. Sul piatto della bilancia, infatti, ci sono anche le emozioni e quando queste entrano in gioco è difficile essere sempre razionali e fedeli ai propri ferrei principi di deontologia professionale.
Ogni tanto si ha anche voglia di fare qualcosa per il gusto di farla e basta, incuranti dei contro ed attratti dai pro. Ogni tanto si ha voglia di “regalarsi” uno svago, anche se ciò significa fatica=tanta e guadagno=poco e non pansare soltanto ad essere paladini della propria categoria, ma anche artisti che, talvolta, agiscono spinti dall'”ispirazione”. Già, perchè questa parola così strettamente connessa all’arte oggi non viene mai menzionata se si parla di musicisti-strumentisti.
L’ispirazione, ossia ciò che per definizione dovrebbe essere il seme dell’arte, oggi non entra più in gioco se si considera la musica soltanto come un lavoro, tralasciando l’aspetto emotivo.
Gli anni spesi a studiare e a fare sacrifici per fare della propria passione un mestiere dovrebbero restituirci l’entusiasmo di vivere il nostro mestiere ancora con passione, a dispetto della routine e delle difficoltà.
Siamo fortunati a fare il nostro lavoro, siamo fortunati ad avere la possibilità di salire su un palco e trasmettere emozioni, provandole noi stessi.
E quando si torna a casa dopo 15 ore di pullman con ancora il sorriso sulle labbra e la forza di scrivere su un blog, credo che questo parli da sè.